Il pellegrino di Compostela

di Robert Southey

Preludio1

– Raccontaci una storia, vecchio Robin Gray! In questo felice Natale tutti siamo pieni di gloria; raccontarci quindi una storia, in prosa o in versi.

– Apri il tuo cassetto, vecchio Robin Gray! Sappiamo bene che è pieno. Dai, raccontaci una storia di un assassino, di un elfo, di un fantasma, o una storia di un gallo e di un toro.

– Non ho nessuna storia di un gallo e di un toro, miei buone signorine e miei bravi uomini, ma forse sarete contenti lo stesso se vi racconto la storia di un gallo e di una gallina.

INTRODUZIONE

Carlo e Vittore Crivelli, San Giacomo Maggiore, polittico di Monte San Martino, 1477-1480: –  Tutti voi avete sentito parlare di San Giacomo di Spagna, come uno dei sette campioni che dopo essere stati buoni cavalieri sulla terra, furono eremiti e santi in paradiso.

La sua storia ha avuto un tempo grande risonanza, e spero che possa continuare per sempre; miei buoni amici, azzardo nel dire che l’avete già letta, e nel caso contrario, spero lo farete.

I libri enunciano le grandi gesta di questo San Giacomo, ma più sorprendenti sono le cose che di lui si raccontano in Spagna:

Come una volta giunse una barca di marmo che navigava sul mare, sulla quale vi era il suo corpo senza testa, profumato di santità.

E di come, se dapprima non aveva testa, in seguito ne ebbe due, e queste operarono miracoli così grandi, che non è possibile stabilire quale sia quella vera e quale quella falsa.

E di quanto e di come si prodigò nel combattere i mori, su un destriero bianco immacolato, gli spagnoli raccontano lunghe storie. Il barone de la Castaña non ne racconta di migliori.

Ma in questi ultimi anni non si è manifestato molto calore per la sua causa, poiché è certo che non ha tirato nessuna stoccata quando il nostro Duca sconfisse gli eserciti francesi, cacciandoli fuori dalla Spagna, e sconfisse Bonaparte.

Certamente è ancora molto venerato in Spagna, e tutti credono in lui con grande entusiasmo: lo chiamano San Giacomo, e se qualcuno dubita di queste storie, l’Inquisizione si occuperà di prendervi a sculacciate.

A Compostela, nella sua Chiesa, il suo corpo e la sua testa vengono visitate dai pellegrini da oltre ottocento anni.

Lì si mondavano dai vecchi peccati e venivano consegnati dei lasciapassare che davano libero accesso a tutte le dogane poste tra il cimitero e il cielo.

Alcuni andavano per sciogliere un voto fatto nel momento del pericolo, altri perché ritenevano il pellegrinaggio un piacevole modo per fare commercio.

E un po’, suppongo, perché si credeva, e così si diceva, che chi non compiva il suo pellegrinaggio quando era in vita, lo avrebbe dovuto compiere da morto.

Risultati immagini per bastone e conchigliaAlcuni lo compivano mossi dal pentimento dei propri peccati, personalmente o tramite un loro delegato, alcuni perché erano o erano stati malati, alcuni perché pensavano così di poter giocare un brutto tiro al demonio, e alcuni perché piaceva loro viaggiare.

Tutto ciò accadeva quando le strade erano sicure: ricchi e poveri andavano in questi tempi in pellegrinaggio come ora si va oggi a fare una scampagnata.

Il povero con la sua bisaccia e il ricco con la sua borsa si gettavano all’avventura attraversando molti paesi stranieri, con la conchiglia sul cappello ed un bastone nella mano.

C’è una cosa che non sarebbe giusto che io vi taccia a riguardo del bastone e della conchiglia: quando questa è rappresentata in uno stemma è segno che qualcuno del casato che lo porta, si recò qualche tempo prima nel santuario di Santiago. Il bastone era cavo e forato, in modo che si potesse suonare come un flauto, in modo che l’allegro pellegrino potesse suonare durante il Cammino.

La  leggenda 

Parte I

Una volta, molto tempo fa, tre buoni pellegrini, padre, madre e figlio, iniziarono il loro pellegrinaggio per pura devozione al santo. I loro nomi, miei buoni amici, con dispiacere non ve li posso dire perché non li ho trovati in nessuno dei miei libri; ma il figlio, se non vi spiace, lo chiameremo Pierre, e non importa come si chiamassero i suoi genitori.

Venivano dalla Francia, e nel loro paese godevano di buona reputazione, e vennero ospitati per una notte, lungo il loro Cammino, nella città di La Calzada.

Ebbene, se si fosse trattato di pellegrini poveri che avessero chiesto alloggio in un hospital, e non presso una locanda, mie buone signorine e giovanotti miei, non avreste mai potuto ascoltare il racconto di questa storia del gallo e della gallina.

Il locandiere aveva una figlia la quale, mi spiace doverlo dire, era del tutto simile a quello che sarebbe stata la figlia di Putifarre, se avesse seguito le orme di sua madre.

Questa perfida donna si comportò con Pierre esattamente come fece la moglie di Putifarre, e dal momento che fallì nel suo tentativo di ottenere il suo amore, decise di togliergli la vita.

E così nascose una coppa d’argento nel suo bagaglio, e una volta che furono partiti, si diede a lanciare alte grida e a schiamazzare.

I pellegrini furono fermati, la gente subito accorse, furono aperti i bagagli, e in quello di Pierre fu ritrovata la coppa.

Venne condotto innanzi al sindaco, che fu un giudice precipitoso: il ladro, disse, è senza alcun dubbio lui e deve essere impiccato.

E così il povero Pierre venne condotto seduta stante al patibolo.

Se dovessi ora rifervirvi i lamenti sconsolati dei genitori per la sorte del loro figlio, piccoli amici miei, temo che piangereste tutto il tempo.

Ma Pierre seguitò a professare la sua fede incrollabile in San Giacomo. Quando fu condotto al patibolo, disse: è la strada più breve per il cielo, anche se non la più piacevole.

Diede ordine ai suoi genitori di non interrompere il pellegrinaggio, dicendo loro che se non lo avessero fatto, non sarebbe stato impiccato in pace.

Col più grande dolore nel cuore gli fecero così questa promessa, e Pierre contento di questo, venne impiccato, mentre loro continuarono il loro cammino per Compostela.

Parte II

Camminarono con gran dolore per quattro settimane, adempirono ai loro voti, e dovettero tornare nuovamente nella città fatale di La Calzada. Non riuscirono a trattenere la madre, e questa andò di persona nel luogo in cui avevano lasciato Pierre appeso sul patibolo.

Oh, che storia meravigliosa da ascoltare e da raccontare! Era appeso lì da otto settimane, ed era ancora vivo e vegeto!

– Madre – disse – sono contento che siate tornati. E’ giunto il momento di farmi scendere, anche se non posso lamentarmi di essere stanco e di avere dolore al collo. Il sole non mi ha scorticato la pelle di giorno, la luna non mi ha congelato durante la notte, e i venti mi hanno aiutato a cullarmi, come in un sogno gioioso. Andate dal sindaco, il giudice frettoloso e ingiusto: ditegli che San Giacomo mi ha salvato, e che a lui tocca il compito di farmi scendere!

Dovete sapere che il sindaco, il quale non si reputava un grande peccatore, si era appena seduto a tavola per cominciare il pasto.

Aveva sollevato il coltello per tagliare la carne fumante nel piatto di portata che gli era stato servito: due volatili arrosto, che quella mattina erano ancora un gallo e la sua fedele gallina.

In quel momento arriva la madre pazza di gioia:

– Un miracolo! grida.

Ma il giudice, troppo frettoloso e ingiusto, la respinge sdegnato, con tutto il suo orgoglio.

– Non pretendere che io dia credito a storie come questa! – le disse – San Giacomo non beneficierebbe mai con i suoi miracoli, lo sappiamo bene, né un francese, né un ladro.

E indicando il pollame, sul quale aveva alzato il coltello, disse:

– Se dovessi darti retta, potrei credere che questo gallo e questa gallina possano tornare in vita.

Il gallo avrebbe cantato, se avesse potuto, e la gallina aveva voglia di fare coccodé, e insieme scivolarono nella salsa, prima di uscire dal piatto.

E quando aprirono gli occhi per guardarsi intorno, si resero conto che non avevano occhi da aprire e che senza di essi non erano in grado di poter vedere.

Tutto ciò destò in loro una grande meraviglia; vacillarono e barcollarono sul tavolo, ma ahimè! Non erano assolutamente in grado di vedere dove si trovavano, di capire quale fosse la loro condizione, e come fossero finiti lì.

Perché dovete sapere che quella mattina accadde loro qualcosa di particolarmente tremendo: il cuoco aveva tagliato le loro teste, e le aveva gettate nel cortile.

05078La gallina avrebbe conservato il suo piumaggio adamantino, ma nello spennarla l’avevano deformato in modo deplorevole, e senza di esso avrebbe tremato dal freddo se non si fosse riscaldata mentre la cuocevano al forno.

E il gallo trovò particolarmente strano, un caso davvero unico, che la sua testa e la sua voce fossero finiti in un posto a lui sconosciuto, e che il ventriglio gli era stato cucito sotto l’ala.

Il ventriglio tornò al suo posto. Ma san Giacomo non si limitò a questo. E così, con l’aiuto del santo, il fegato e tutto il resto fecero altrettanto.

Le teste ritrovarono la strada che li condusse ai loro corpi senza sbagliarsi: tornarono dal cortile senza incidenti e ognuna di loro ritrovò il proprio posto, con grande gioia del collo.

Piovvero piume, tornate bianche nel tragitto, come fiocchi di neve. Il gallo e la gallina in un istante riebbero tutte le loro penne, e quindi, chi poteva essere più felice di loro!

Cò! Cò!, cantò molto gentilmente la gallina, mentre il gallo diede fiato alla sua tromba, e tutti furono presi da una grande allegria nel tornare a sentire il suo chicchirichì.

Parte III

Un miracolo! Un miracolo! Gridarono tutti a pieni polmoni, quando la notizia si diffuse in tutta la città; e ogni ragazzo, ogni donna ed ogni uomo lanciarono lo stesso grido e corsero a vedere Pierre quando venne fatto scendere.

Diedero vita ad una grande processione, mie buone signorine e miei giovani amici; una cosa simile non si era mai vista prima, né credo che si tornerà a vedere mai più.

Alla testa vi era un quadro di san Giacomo di grandezza naturale, accompagnato da stendardi, tamburi e flauti, e subito dietro il gallo e la gallina resuscitati, che procedevano lungo la strada stracolma di gente.

Innalzati in una stia di legno perché la folla li potesse vedere, quando tutti cominciarono a gridare, la gallina fece simpaticamente il suo coccodè e il gallo lanciò il suo rombante verso.

Erano assolutamente consapevoli del motivo per cui venivano portati in corteo in modo così solenne, dietro al santo e alle sue insegne, e si comportarono con la massima compostezza e con gran decoro.

Il coltello che aveva tagliato loro le teste quella mattina, ancora rosso di quel sangue innocente, era portato dall’aiuto cuciniere, e facevano parte di questo corteo anche gli spiedini coi quali i due polli erano stati infilzati per essere poi arrostiti.

Il cuoco portava in trionfo il girarrosto più in alto che poteva insieme al piatto di portata nel quale i due pennuti vennero posti per essere serviti a tavola.

Con fede ardente si strinse lì intorno un capannello e vi fu una sorta di contesa alla quale partecipavano donne e uomini, per mettere il dito nella salsa benedetta.

Subito dietro di loro marciava il sindaco, battendosi il petto e gridando come un uomo affranto e sconcertato per la perdita del suo pranzo: San Giacomo! San Giacomo! abbi pietà di me peccatore.

E alzando più volte le mani verso il gallo e la gallina, gridava piamente: Orate pro nobis, e con la stessa devozione il popolo rispondeva ogni volta: Amen.

Il padre e la madre erano gli ultimi nella processione; erano euforici e lodavano, con lacrime di gratitudine, il glorioso nome di San Giacomo.

Ed infine, fecero scendere Pierre dal patibolo, con tutti gli onori possibili; il ragazzo non aveva subito danni e non aveva sofferto alcun dolore, ma affinché il miracolo non suscitasse dubbio alcuno, gli rimase il segno del capestro, di colore blu scuro, esattamente sotto l’orecchio sinistro.

Parte IV

Ed ora, miei cari piccoli ascoltatori che seguite questo racconto con le bocche e le orecchie aperte, come se fossi un menestrello la cui unica arte è quello di raccontare una storia lasciata a metà, vi dirò immediatamente quello che accadde in seguito ad ognuno dei protagonisti.

Risultati immagini per milagro del gallo yla gallinaPierre giunse a Compostela, per portare a termine il suo pellegrinaggio. I suoi genitori lo accompagnarono con grande gioia, per fare poi ritorno al loro paese, dove credo che vissero tutti fino ad età molto avanzata.

In quanto alla forca sulla quale Pierre era stato appeso rimandovi indenne per grazia di Dio, si decise che su di essa non sarebbe mai più salito altro uomo.

Venne portata in chiesa, come riportano gli antichi libri, dove il popolo commosso, con devota frenesia la collocò come reliquia.

Che ne sia stato poi del cappio non si sa, in quanto gli antichi libri non ce lo raccontano, ma possiamo supporre e sperare che la città avesse fatto dono a Pierre di questa provvidenziale corda.

Perché per la sua famiglia, come era ben chiaro alla comunità, valeva molto più di un cordon bleu. La malvagia figlia del locandiere confessò il suo misfatto, ed entrò quindi in un convento per farsi suora.

Il sindaco si era spaventato così tanto al punto da non mangiare più alcun pollame, e da allora in poi, ogni qualvolta vedeva un gallo o una gallina si toglieva il cappello.

Ovunque si sedesse a tavola le uova erano proibite e non osò mai più mangiare un piatto di natillas, anche se l’aglio ogni tanto lo tentava ad assaggiare qualche volta una tortilla.

Ma ogni volta che commetteva tale trasgressione andava subito a confessarsi, e fino a quando il sacerdote non gli concedeva l’assoluzione, non si sentiva a posto con la sua coscienza e con il suo stomaco.

I polli nati due volte e, come consacrati per mezzo del miracolo, vennero donati alla chiesa dei pellegrini, e lì vennero pubblicamente offerti al santo.

In occasione della loro consacrazione, il Municipio diede vita ad una fondazione per garantire il loro mantenimento. E dopo aver seguito il santo e i suoi vessilli, questo gallo e questa gallina cambiarono le loro abitudini a tal punto che il parroco ne venne edificato.

Gentile come una tortora, il santo gallo era l’immagine della dolcezza e dell’amore; la più sottomessa delle mogli, la santa gallina, non tornò mai più a beccarlo, e vissero così felici e contenti.

Dovete sapere che essi rifiutarono castamente il comportamento ordinario dei pennuti, e se tutti i galli e le galline avessero seguito il loro esempio nella penisola iberica, gli spagnoli non avrebbero avuto nessun uovo da mangiare insieme al prosciutto.

 

E perché tale avvenimento non venisse dimenticato (il che sarebbe stato un vero peccato) venne decretato, in onore al loro merito, che un gallo e una gallina fossero posti da allora in poi nello stemma di quell’antica città.

La santa gallina aveva deposto solo due uova, e nessuna di più: i pulcini erano incantevoli; diventarono un gallo e una gallina, ed entrambi, come i loro genitori, furono virtuosi e bianchi.

L’ultima occupazione della santa gallina fu quella di allevare la sua preziosa covata, e quando lei ed il santo gallo morirono, questa coppia, come loro eredi legittimi, ne prese la successione.

Vissero anche loro sette anni e deposero solo due uova, che divennero due polletti, bianchi come il latte, ed infine un gallo e una gallina, e la loro posterità seguì sempre lo stesso corso.

Nessuna di queste uova risultò infeconda (e lo dico con ammirazione!). Nessun uovo venne mai danneggiato, né tanto meno si ruppe mai.

Sono polli sacri: mai una gazza o un topo, un serpente, una donnola o un rondone si avvicinò a loro, e guai al miserabile irriverente che avesse osato o solo pensato di cuocerli in camicia!

Questo grande miracolo continua a manifestarsi fino ai giorni nostri, e nella loro chiesa si fermano tutti pellegrini quando percorrono il Cammino, e ne escono con delle piume, non senza aver lasciato qualche soldo in offerta.

Non hanno un prezzo, e così ognuno dà quello ritiene giusto a seconda delle proprie disponibilità: il povero dà quello che può e il ricco ciò che vuole.

Ma dare di più è meglio: il motivo è facilmente comprensibile, dal momento che ciò che viene dato è per il bene delle loro anime.

San Giacomo poi premia sempre i suoi devoti fedeli, e il denaro è per lui; i sacerdoti sono solo i suoi amministratori.

Per dare maggior risalto al miracolo, da sempre vi è la consuetudine della distribuzione delle piume, tutte autentiche, quelle di quel gallo e di quella gallina, garantite dal giuramento dei sacerdoti che le hanno in cura.

Migliaia e migliaia di volte sono state acquistate, e se altre migliaia o decine di migliaia venissero richieste, ve ne sarà sempre qualcuna da poter comperare, perchè per quanto grande sia la domanda, altrettanto grande sarà la loro disponibilità.

E se qualcuno di voi, miei piccoli amici, sarà in visita in quelle regioni, vi esorto caldamente a procurarvi qualcuna di queste piume, così vi ricordere del vecchio Robin Gray.

Note:

1Robert Southey’s Poetical Works, Parigi, 1829, p. 752-56. (Tratto da Vázquez de Parga & al.)

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