di Maurizio Minchella
La musica nel pellegrinaggio a Santiago ha sempre avuto un posto di primo piano. Il Codex Calixtinus dedica il primo dei suoi cinque libri all’aspetto liturgico del culto jacopeo, comprendendo numerosi inni che appartengono ancora oggi al patrimonio culturale del pellegrinaggio a Compostela e non solo. La musica galego-trobadorica ha trovato sulla Ruta spazio adeguato alla sua poliedrica creatività. Sant’Alfonso X El Sabio trovò gran parte dell’ispirazione per le sue celeberrime Cantigas de santa Maria nell’esperienza dei pellegrini, cantando storie e miracoli che li hanno visti protagonisti e introducendo la musica polifonica nell’esperienza sacra e profana dell’uomo medievale, homo viator per eccellenza. Anche la musica popolare o di romeria, di natura più intimistica o festosa rispetto a quella trobadorica, cominciò a svilupparsi e ad accompagnare il ritmo della quotidianità stanziale o itinerante, proprio quando l’apogeo della civitas Dei medievale cominciava a declinare, e all’orizzonte cominciava a profilarsi lentamente un nuovo mondo dalle sembianze incerte.
Il tema della distanza, della separazione e dell’addio cominciava ad affacciarsi nell’immaginario, anche musicale, della nuova sensibilità che stava formandosi, su una struttura ancora classica, ricca di simbologia che il mondo pagano aveva già conosciuto e che si era conservata aggiungendovi la freschezza della speranza portata dal Cristianesimo. Il tema esistenziale rimane saldamente poggiato sul filo che attende solo di essere tessuto, figurazione di un lungo cammino che si svolge istante dopo istante, in un rapporto che da subordinato diventa partecipativo . E’ il mito antico del destino disegnato dalle Parche, da Athena, da Aracne, simboleggiato poi nella figura di Penelope, liberato nella nuova poetica dall’invidia degli dei e che si risolve nell’interiorità, nello specchio dell’anima, laddove si riconosce la meta ultima celata nell’arcano ordito, e che va faticosamente conquistata attraverso la spoliazione di sé e la mortificazione dell’Io.
Questo mito riecheggia anche ne La Pernette, canto molto diffuso nel Sud e nel Nord-Ovest della Francia, nel Nord Italia e in Catalogna. Le sue versioni sono molteplici ed il canto è forse il più famoso tra le tante chanson de toile, ossia quelle cantate pricipalmente dalle ragazze intento al telaio, che videro la luce intorno al XII secolo, la cui poetica e la ritmica ricalcano le precedenti chansons de geste, conservandone anche la lingua occitano-provenzale sulla quale si formò il nuovo ecumene cristiano nei territori occidentali della Cristianità. La prima scena del quadro della canzone vede la Pernette alle prese con il suo arcolaio ben tre ore prima del sorgere del sole. A differenza dei canti trobadorici e delle chanson de geste, che avevano come protagonisti figure note e ben presenti nell’immaginario collettivo, il canto presenta una ragazza anonima, (il nome la Pernette si riferisce alla perne, un copricapo che usavano le giovane donne in quell’epoca), probabilmente di elevato rango, afflitta da misteriose pene d’amore.
La spersonalizzazione della protagonista sta ad indicare uno stato universale, una condizione umana ed esistenziale che andava affermandosi nell’Alto Medioevo. I sospiri della ragazza sono tutti per il suo amato Pierre (altro nome estremamente comune ed anonimo), rinchiuso in una prigione, senza che vi sia alcuna indicazione circa la motivazione di tale condizione. I genitori tentano di dissuaderla dal coltivare questo amore impossibile, prima ancora che inopportuno, e le promettono in sposa un nobile signore. La lusinga non ha alcuna presa sulla Pernette, intenzionata a finire i suoi giorni con il suo Pierre.
E’ evidente nel canto l’emergere sottotraccia di un simbolismo dai contenuti mistici che tradotti nella storia assumono la valenza di testimonianza di fede, soprattutto agli inizi della diffusione dell’eresia luterana, per quando questi siano più difficilmente riconoscibili nella nostra realtà post-moderna.
La Pernette tesse il suo destino, e a differenza di quanto presupponeva la medesima simbologia pagana, non lo subisce, ma intende sposarlo, assumerlo fino in fondo, consapevole che l’Io si realizza quando si unisce con l’Altro da sé, con il Cristo che si è incarnato e si è rivelato attraverso le Scritture. Ezechia, nel suo accorato cantico, prima di venire guarito per la fedeltà nella preghiera, nel pianto e nel dolore, si esprime in questi termini: Dicevo: Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non guarderò più nessuno fra gli abitanti del mondo. La mia dimora è stata divelta e gettata lontano da me, come una tenda di pastori. Come un tessitore hai arrotolato la mia vita, mi hai tagliato dalla trama. Dal giorno alla notte mi riduci all’estremo. Io ho gridato fino al mattino. Come un leone, così egli stritola tutte le mie ossa. Dal giorno alla notte mi riduci all’estremo (Is. 38, 12-13). Qui il filo del destino è saldamente nelle mani del Signore, e a Lui chiede pietà e misericordia, sia pure con grande strepito. La Pernette mitiga la lamentazione e il suo atteggiamento di fiducia, sia pure davanti ad un destino crudele, è totale e consapevole: è disposta a morire, ma solo con il suo Pierre e per il suo Pierre.
Pierre non è altro che il Cristo prigioniero nell’anima delle sue creature che ne hanno rifiutato la centralità e l’insegnamento. Ed è solo l’anima prigioniera che può chiedere al Prigioniero di liberarla dalla schiavitù nella quale si trova perché Lui stesso venga finalmente liberato ed accolto in essa, come uno straniero o come un pellegrino. Saranno l’intimità e la conoscenza reciproca a mutare il rapporto tra le creatura ed il Creatore, trasformandolo da filiale a sponsale. Il Prigioniero diventa lo sposo, al termine di un lungo fidanzamento, che come insegnato da santa Teresa d’Avila nel suo Castello interiore, ha per compimento le nozze spirituali, ovvero la settima ed ultima dimora dell’anima stessa, nella quale l’unione diventa definitiva. I sospiri e le pene d’amore della Pernette confermano quanto riporta l’evangelista: Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno (Mt. 9,15). Perchè questo matrimonio si possa celebrare è necessario che la sposa rinunci al mondo, come ha fatto il Cristo, e lo segua sul Calvario: dovrà anch’essa morire per poter indossare l’abito nuziale e camminare accanto allo Sposo, riconoscibile dalla sua tunica bianca, quella che i centurioni si sono spartiti a dadi sul Golgota; indosseranno abiti senza trama alcuna, che il telaio non può imbastire e che nessuno potrà mai più spezzare. La morte della Pernette corrisponde alla perfezione cristiana, che si conclude con le nozze sponsali con l’Agnello.
I testimoni di queste nozze non possono che essere i pellegrini di Santiago che passeranno accanto alla loro tomba. Sono i più prossimi al cammino degli sposi. Il pellegrinaggio è preghiera, per sé e per gli altri, è svuotamento di sé, espiazione dei peccati e quindi levigazione quotidiana della propria anima affinché diventi pura come uno specchio per riconoscere e riflettere il volto dell’Amato, meta del proprio cammino. A loro la Pernette chiede un dono prezioso, i millefiori, ovvero la clematide, il cui aspetto cespuglioso ricorda quello dello del caprifoglio, cantato da Marie de France nel XII secolo, la prima autrice francese di cui si abbia notizia e probabilmente badessa di un convento bretone, autrice dei lai, sorta di versi ottosillabici a rime baciate, di natura didascalica. Uno di questi, il Lai du Chèvrefeuille, (del caprifoglio), molto noto in Francia, ha sempre rappresentato per i popoli d’Oltralpe il simbolo della fedeltà coniugale, che niente e nessuno potrebbe mai sciogliere e distruggere.
Accanto all’aspetto propriamente spirituale nel canto si riflette lo sposalizio militante, quello che si celebra sul piano della Storia. Il canto in oggetto narra in realtà, sotto le sembianze delle pene amorose di una giovane innamorata, la vicenda umana di santa Petronilla, martire del I secolo, della quale si ha notizia dal più antico affresco della Cristianità, del IV secolo, che si trova nelle catacombe di Domitilla, sull’Ardeatina, nel quale viene riportato il suo nome e nel quale viene raffigurata mentre accoglie in cielo l’anima di una tale Veneranda. Questa santa viene indicata in vari martirologi ed anche da Jacopo da Varazze, nella sua Leggenda Aurea, come figlia di san Pietro. Altri storici, come Cesare Baronio, attribuiscono al primo Papa una paternità unicamente spirituale sulla martire, essendo stata questa una sua discepola, che avrebbe egli stesso catechizzato e battezzato. Papa Paolo I, nel 757, fece traslare il suo sepolcro presso la basilica di Costantino, sulla quale venne poi edificata l’attuale basilica di san Pietro, e la sua cappella venne da allora affidata alle cure dei re di Francia.
Carlo Magno era molto devoto a questa santa e ne visitava spesso la tomba, e non è casuale il fatto che l’imperatore cristiano al quale san Giacomo aveva indicato il cammino che Carlo avrebbe dovuto aprire perché i pellegrini potessero andare a venerare il suo sepolcro fino alla fine dei tempi, abbia favorito il culto di santa Petronilla nelle terre di Francia, gli elementi sostanziali di questo canto. Il figlio di Carlo, Pipino il Breve, volle far battezzare la figlia Gisella da papa Paolo I, proprio nella cappella di santa Petronilla. Da allora la santa divenne la prima patrona di Francia e l’appellativo attribuitole dopo la conversione di Clodoveo di figlia primogenita della Chiesa, venne rafforzata dalla discendenza diretta della santa da san Pietro. Il suo culto si diffuse rapidamente e al giovane Michelangelo venne chiesto da Luigi XII di scolpire una statua in onore della Vergine, la Pietà, per ornare proprio la cappella di santa Petronilla.
Così come non è casuale il fatto che la Pernette abbia visto ampliarsi la sua diffusione, così come le sue versioni, intorno al XV secolo, quando l’eresia luterana e quella calvinista stavano minando l’ordine e l’integrità dell’ecumene cristiano. Fu soprattutto nella Savoia, terra di confine col nascente mondo protestante, che il canto riprese vigore. In quella terra nacque in quell’epoca Innocenzo V, Pierre de Tarentaise, durante il cui pontificato si svolsero dispute e guerre di religione tra cattolici e protestanti particolarmente violente e sanguinose. In Savoia la vittoria cattolica sugli eretici fu accompagnata dalle vibranti note di questo canto di fedeltà a Pietro e a Roma. Nelle terre latine tale fedeltà a Cristo e alla Chiesa venne manifestata con una determinazione simile a quella mostrata dalla Pernette, e fu ben più forte del timore della forca promessa e comminata dai riformatori.
La Pernette se lève
Tra la la la la la la la la la la la la la
La Pernette se lève
Trois heures avant le jour {x3}
Elle prend sa quenouillette
Tra la la la la la la la la la la la la la
Elle prend sa quenouillette
Avec son petit tour {x3}
À chaque fois qu’elle vire
Tra la la la la la la la la la la la la la
À chaque fois qu’elle vire
Pousse un soupir d’amour {x3}
Sa mère lui demande
Tra la la la la la la la la la la la la la
Sa mère lui demande :
Pernette, qu’avez-vous ? {x3}
Avez-vous mal de tête
Tra la la la la la la la la la la la la la
Avez-vous mal de tête
Ou bien le mal d’amour ? {x3}
– N’ai pas le mal de tête
Tra la la la la la la la la la la la la la
N’ai pas le mal de tête
Mais bien le mal d’amour {x3}
– Ne pleurez pas, Pernette
Tra la la la la la la la la la la la la la
Ne pleurez pas, Pernette
Nous vous marierons {x3}
Avec le fils d’un prince
Tra la la la la la la la la la la la la la
Avec le fils d’un prince
Ou celui d’un baron {x3}
– Je ne veux pas d’un prince
Tra la la la la la la la la la la la la la
Je ne veux pas d’un prince
Ni d’un fils de baron {x3}
Je veux mon ami Pierre
Tra la la la la la la la la la la la la la
Je veux mon ami Pierre
Qui est dans la prison {x3}
– Tu n’auras pas ton Pierre
Tra-la la la la la la la la la la la la la,
Tu n’auras pas ton Pierre
Nous le pendoulerons {x3}
– Si vous pendoulez Pierre
Tra la la la la la la la la la la la la la
Si vous pendoulez Pierre
Pendoulez-moi aussi {x3}
Au chemin de Saint-Jacques
Tra la la la la la la la la la la la la la
Au chemin de Saint-Jacques
Enterrez-nous tous deux {x3}
Couvrez Pierre de roses
Tra la la la la la la la la la la la la la
Couvrez Pierre de roses
Et moi de mille fleurs {x3}
Les pèlerins qui passent
Tra la la la la la la la la la la la la la
Les pèlerins qui passent
Se mettront à genoux {x3}
Diront : Que Dieu ait l’âme
Tra la la la la la la la la la la la la la
Diront : Que Dieu ait l’âme
Des pauvres amoureux {x3}
L’un pour l’amour de l’autre,
Tra la la la la la la la la la la la la la
L’un pour l’amour de l’autre
Ils sont morts tous les deux {x3}
La Pernette si alza
Tra la la la la la la la la la la la la la
La Pernette si alza
Tre ore prima dell’alba {x3}
Prende il suo aspo
Tra la la la la la la la la la la la la la
Prende il suo aspo
assieme all’arcolaio {x3}
A ogni giro che fa
Tra la la la la la la la la la la la la la
A ogni giro che fa
manda un sospiro d’amore {x3}
Sua madre le domanda:
Tra la la la la la la la la la la la la la
Sua madre le domanda:
Pernette, ma che hai? {x3}
Hai forse mal di testa
Tra la la la la la la la la la la la la la
Hai forse mal di testa
o forse il mal d’amore? {x3}
– Non ho mal di testa
Tra la la la la la la la la la la la la la
Non ho mal di testa
Ma solo il mal d’amore {x3}
– Non piangere, Pernette
Tra la la la la la la la la la la la la la
Non piangere, Pernette
Noi ti daremo un marito {x3}
Il figlio di un principe
Tra la la la la la la la la la la la la la
Il figlio di un principe
O quello di un barone {x3}
– Non voglio un principe
Tra la la la la la la la la la la la la la
Non voglio un principe
né il figlio d’un barone {x3}
Voglio il mio amico Pierre
Tra la la la la la la la la la la la la la
Voglio il mio amico Pierre
che ora è in prigione {x3}
– Tu non avrai il tuo Pierre
Tra-la la la la la la la la la la la la la,
Tu non avrai il tuo Pierre
noi lo impiccheremo {x3}
– Se voi lo impiccherete
Tra la la la la la la la la la la la la la
Se voi lo impiccherete
impiccate anche me {x3}
Sul cammino di Santiago
Tra la la la la la la la la la la la la la
Sul cammino di Santiago
seppelliteci entrambi {x3}
Ricoprite Pierre di rose
Tra la la la la la la la la la la la la la
Ricoprite Pierre di rose
e me di mille fiori {x3}
I pellegrini che passeranno
Tra la la la la la la la la la la la la la
I pellegrini che passeranno
Si metteranno in ginocchio {x3}
Diranno : Che Dio abbia l’anima
Tra la la la la la la la la la la la la la
Diranno : Che Dio abbia l’anima
Dei poveri innamorati {x3}
L’uno per amore dell’altro,
Tra la la la la la la la la la la la la la
L’uno per amore dell’altro,
sono morti assieme {x3}
La Pernette, nella versione più antica dell’Ensamble Discantus
La Pernette, nella versione moderna dei Malicorne