A Rainha: Santa Isabella pellegrina a Santiago

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                      di Maurizio Minchella                                                                                  Il cammino portoghese è noto come il cammino dei santi e dei poeti. La lirica galego-portoghese attraverso i suoi poliedrici trovatori ha narrato le storie tra il sacro e il profano dei pellegrini diretti a Santiago,  mentre i pellegrini lusitani andavano a venerare le reliquie dei moltissimi santi disseminate lungo le strade che portavano da Santiago al Minho: da san Vicente a san Gerardo, fino a santa Isabella del Portogallo.

La figlia di Pietro III e di Costanza di Napoli nacque a Zaragoza e andò in sposa a re Dionigi I, nipote di Alfonso X di Castiglia, nel 1282. Il re castigliano, autore delle celeberrime Cantigas de santa Maria e il sovrano portoghese, autore anch’egli di numerosi canzonieri, ebbero un ruolo rilevante nello sviluppo dell’arte trobadorica. A quest’ultimo si deve la fondazione dell’Università di Lisbona, spostata in seguito a Coimbra a causa dei dissidi sorti tra gli studenti e la popolazione della capitale. L’estro e l’attrazione per la bellezza portarono Dionigi a ricercarne le fattezze soprattutto nel gentil sesso, con la conseguente procreazione di figli illegittimi che la consorte allevò con lo stesso amore riservato a Costanza ed Alfonso, frutti del suo matrimonio. 

Prodiga di opere pie, donna di grande fede e fervente devota mariana, la regina aragonese si distinse nell’assistenza di poveri e lebbrosi, dei giovani abbandonati e dei prigionieri dei Mori. Promosse la costruzione e l’abbellimento di chiese e di monasteri attraverso donazioni e manufatti. Ma all’improvviso la pace e la serenità della sua casa e del suo regno vennero turbati dai violenti contrasti sorti in seno alla famiglia. Temendo che i figli bastardi potessero ambire alla corona, alcuni nobili spinsero Alfonso a prendere le armi contro il padre. Isabella si prodigò nel riportare la concordia, scongiurando il figlio di dismettere i suoi propositi di guerra con esortazioni, preghiere e digiuni. Accusata da alcuni cortigiani di fare il doppio gioco, fu fatta rinchiudere dal marito nella torre di Alemqer. Resosi conto di essere stato vittima di un inganno, Dionigi libera la moglie. Nel 1319 la regina giunge a cavallo con un crocefisso in mano nei pressi di Coimbra, dove l’esercito di Dionigi si stava accingendo alla battaglia contro quello del figlio, e ottenne la pacificazione, che però durò poco. A Lisbona lo scontro armato tra le due fazioni riprese con gran furore, e ancora una volta Isabella sedò gli animi, questa volta in modo definitivo. 

Nuovamente risultò decisiva la sua opera pacificatrice allorché, per questioni di possedimenti, Dionigi e il fratello di lei Alfonso di Portalegre entrarono in conflitto. Ancora sarà mediatrice tra Dionigi e il genero Ferdinando IV di Castiglia, sedando la Risultati immagini per Rainha Peregrina museo des peregrinacionescontesa e convincendo i due sovrani ad unire le loro forze per continuare la Reconquista contro i Mori. Dionigi tornerà alla fede e trascorrerà gli ultimi anni in serenità. Morirà nel 1325. Isabella vestirà allora l’abito francescano come terziaria, e partì pellegrina alla volta di Santiago. Il suo cammino non passerà inosservato: il popolo accorreva, quando A Rainha arrivava, preceduta dalla sua fama di santità, confidando anche nelle sue generose opere di carità. Non solo dispensò beni ai poveri, ma accrebbe la sua fama operando miracoli. Non sono pochi quelli raccolti dai suoi biografi nelle varie Leggende scritte intorno alla sua vita.

Tra Sao Joao da Madeira to Grijo il cammino passa per il villaggio di Arrifana. Una donna del posto chiese alla regina di toccare con le sue mani gli occhi della figlia cieca. La giovane riacquistò la vista, e santa Isabella raccomandò alle due donne di non fare parola di quanto era accaduto. Alcune versioni aggiungono che la donna chiese alla regina cosa potesse fare per ringraziarla per quanto aveva compiuto. La sovrana le chiese un’arancia del suo orto; la donna rimase confusa, in quanto le sue piante producevano frutti amari. Per non disobbedire, le diede il frutto richiesto. Un seme di quest’arancia cadde sul terreno, e diede origine ad un albero che avrebbe prodotto frutti dolci.

La sua impronta è rimasta anche nella toponomastica. Il villaggio di Fragoso deve a lei questo nome. Passando in questo villaggio, dal ciottolato pietroso e duro, chiese il nome di quella località. Si chiamava Valverde, ma lei replicò che per lei era Fragoso, ovvero aspro, brusco. E così si chiama da allora, e i pellegrini vi passano ancora oggi, anche se il selciato è profondamente cambiato da allora.

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A poca distanza da Fragoso vi è un altro luogo legato al pellegrinaggio della regina portoghese. Le cronache raccontano che un giorno particolarmente caldo un gruppo di ragazzi particolarmente provate dalla sete si avvicinò alla regina, mossi dalla curiosità. La santa chiese loro in tono scherzoso se desiderassero acqua o vino. All’unanimità risposero che desideravano dell’acqua. Santa Isabella appoggiò le mani su una roccia posta nei pressi e dalla pietra sgorgò una fonte, rinomata anche in Galizia per le sue virtù curative. E’ la Fonte de santa Isabel, detta anche Fonte da Virtude.

A Fontoura, a poca distanza da Ponte de Lima, nella notte nella quale la regina si fermò per dormire in quella località, sarebbe scaturita un’altra fonte, alla quale ancora oggi i pellegrini possono dissetarsi.

Risultati immagini per Rainha Santa IsabelAncora legato alle acque è il miracolo – non legato al pellegrinaggio – che ha per teatro il fiume Tago, ma egualmente significativo. Volendo venerare la tomba di santa Irene, vissuta nel VI secolo, il cui corpo venne gettato nel fiume dal suo carnefice, in un punto non lontano da Santarem (che vuol dire, per l’appunto, sant’Irene), santa Isabella pose il suo bordone sulla superficie dell’acqua e vi camminò sopra, giungendo nel mezzo del fiume. Qui le acque si aprirono e la regina poté venerare il corpo di sant’Irene, adagiato sul letto del fiume.

Risultati immagini per Rainha Santa IsabelIl miracolo più famoso attribuito a santa Isabella, oggetto di poemi, romanze ed opere pittoriche, è certamente quello delle rose. Gli agiografi e la tradizione orale raccontano che la regina lasciò il castello del Sabugal una mattina d’inverno per distribuire dei pani ai poveri, come era solita fare, di nascosto dal marito, il quale non avrebbe gradito il suo pio esercizio di carità. Sorpresa dal sovrano, questi le chiese dove stesse andando e cosa portasse in grembo. La regina esclamò: Sono rose, Signore! Insospettitosi per il tono poco convincente della risposta, Don Dionigi le domandò: Rose, a gennaio? Isabella dovette quindi aprire il suo grembiule, nel quale facevano bella mostra delle rose bellissime e profumate, e dei pani che aveva nascosto non era rimasta traccia alcuna. 

Il momento più noto del pellegrinaggio della santa aragonese è l’arrivo a Santiago, il 25 luglio, festa dell’Apostolo. La sua offerta fu ricchissima: donò la sua preziosissima corona, gioielli preziosi ed altri manufatti di altissimo valore, oltre ad elemosine particolarmente generose, nonché un tessuto prezioso rosato con incise le insegne del Portogallo e di Aragona. Nel corso della Messa solenne il vescovo donò alla santa un bordone ligneo a forma di Tau, impreziosito da intarsi d’agata e d’argento, riproduzione di quello tenuto nelle mani da san Giacomo nel Portico della Gloria di Masto Mateo. Il bordone verrà ritrovato nel XVII secolo durante il processo di beatificazione, allorché venne aperta la sua tomba: il suo corpo intatto aveva al fianco l’antico simbolo del pellegrino, che volle tenere sempre con sé.

Alla santa è attribuito un secondo pellegrinaggio, effettuato dieci anni dopo, in incognito, vestita da pellegrina e in povertà, chiedendo vitto e alloggio nei villaggi incontrati lungo la strada. Ma di riscontri storici su questo secondo cammino ovviamente non se ne hanno, anche se non stupirebbe la sua veridicità, in considerazione dello stile di vita che aveva scelto.

Risultati immagini per Rainha Santa IsabelMorì il 4 luglio del 1336 e i disegni eseguiti sulle pergamene posti nel frontespizio delle sue agiografie la ritraggono nel suo abito francescano, con il cordone, il velo e il manto dell’ordine di Santa Chiara, tenendo nella mano destra il Crocifisso; alla testa una corona di spine e ai piedi la corona e lo scettro reale, con una tavola contenente questa scritta: Crux et corona spinea Domini mei, sceptrum et corona mea. Un programma di vita che sfida il tempo e riassume il senso della sua Risultati immagini per Rainha Santa Isabelesistenza. E’ sepolta a Coimbra, nel convento di santa Clara-A-Nova, nel quale trascorse gli ultimi anni della sua vita, la più imponente tra le tante opere che fece costruire, tra chiese e hospitales, .

Ma la Santa vive ancora oggi nel cuore di Santiago, tra la Rua do Franco e Praza das Prateria: la rua da Raiña la ricorda nel luogo dove al termine del suo pellegrinaggio fece costruire un Hospital per i poveri e per i pellegrini, del quale non è rimasta traccia. E così, nella piccola strada sulla quale si affacciano in gran numero piccoli bar e ristoranti, affollati di turisti e pellegrini, a Rainha ascolta ancora i rumori del mondo a pochi passi dalla cattedrale, custodendo il suo tesoro, il tesoro di tutti, che può riaffiorare improvvisamente nei lunghi silenzi incontrati nel lungo cammino che porta a Compostela.

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