di Gonzalo Torrente Ballester
Il pellegrino partiva per Compostella con tutte le benedizioni della Chiesa e con tutti i migliori auspici per il successo del suo viaggio, e questa partenza, in qualsiasi luogo avvenisse, era accompagnata da un rito e da una cerimonia nella quale il pellegrino riceveva dalle mani dei sacerdoti il bordone e la bisaccia.
Nel codice Callistino sono riportati questi riti, insieme alle formule liturgiche che venivano utilizzate, così come veniva indicato il significato religioso contenuto nelle insegne del pellegrino.
La pera o bisaccia, il sacco stretto, fatto di pelle di bestia morta, sempre aperto e mai legato con cinghie o corde, veniva benedetta con le seguenti parole pronunciate dal sacerdote: In nomine Domini nostri Ihesu Christi, accipe hanc peram habitum peregrinationis tuae et bene castigatus et enmendatus, pervenire merearis ad limina Sancti Iacobi quo pergere cupis, et peracto itinere tuo ad nos incolumis cum gaudio reverteris, ipso praestante qui vivit et regnat Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Subito dopo il pellegrino riceveva il bastone, o bordone, che veniva anch’esso benedetto con le seguenti parole: Accipe hunc baculum, sustentationem itineris ac laboris ad viam peregrinationis tuae, ut devincere valeas omnes caterva innimici, et pervenire securus ad Sancti Iacobi limina, et peracto cursus tuo, ad nos revertas cum gaudio, ipso annuente qui vivit et regnat Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
La bisaccia o la scarsella stretta, nella quale c’era poco posto per il denaro, significavano per il pellegrino l’affidamento totale a Dio, che faceva così memoria del brano del Vangelo in cui il Cristo istruisce con queste parole: Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro (Mt. 6, 28-30).
Che fosse poi confezionato con pelle di un animale morto significava che il pellegrino avrebbe dovuto mortificare la propria carne concupiscente e facile preda del vizio, sperimentando la fame e la sete, lunghi digiuni, il freddo e la nudità, e la sofferenza causata dalle avversità e dalla fatica.
Che poi la bisaccia fosse aperta e senza lacci indicava la volontà del pellegrino di dare e di ricevere elemosine e di esercitare la carità in ogni momento.
Anche il bastone aveva il suo significato mistico in quanto, costituendo il terzo piede del pellegrino, gli avrebbe ricordato in ogni momento la fede nella Santissima Trinità, nella cui devozione era necessario perseverare.
Il bastone, arma contro i cani e i lupi, ricordava al pellegrino le precauzioni contro il Diavolo, il quale, come il cane abbaia e come il lupo morde, e con i suoi artigli tiene stretto il peccatore nel peccato servendosi della colpa, che la consuetudine con il peccato accumula, per divorare le anime; è perciò conveniente, nel momento in cui si consegna il bordone, la raccomandazione al pellegrino di fare una santa confessione per liberarsi delle sue colpe, e di fare della Santissima Trinità un baluardo contro le illusioni e i fantasmi suscitati dalla sua mente.