Realizzate tra il 1210 e il 1225, le vetrate della basilica di Chartres dedicate a san Giacomo spiccano nel deambulatorio a fianco della cappella eretta in onore di Carlo Magno, il grande imperatore che di fatto consacrò la sua vita al servizio dell’Apostolo protomartire. Chartres è un simbolo della Cristianità, in quanto racchiude tutti gli elementi che hanno fatto e che faranno grande e vivo il cattolicesimo fino alla fine dei tempi. Posta nel cuore della Francia, figlia prediletta della Chiesa fin dai tempi di Clodoveo, Chartres irradia la luce blu mariana e regale delle sue sue ineguagliabili vetrate sull’Europa intera. San Giacomo non poteva non avere in questa sede un posto di rilievo, dal momento che l’Europa è da oltre un millennio attraversata da un infinito sistema viario che, analogamente a quanto avviene con il sistema sanguigno, conduce al suo polmone spirituale, la cattedrale di Santiago di Compostela, situata nell’estremità occidentale del continente, nella quale la sua tomba viene venerata dai pellegrini al termine di un lungo e intenso pellegrinaggio. Chartres è posta sul cammino di Tours, uno dei quattro cammini che in Francia si incontrano a Ostabat, per dar vita al Real Camino Francés che conduce a Compostela, e per molti pellegrini la sua cattedrale è stata e ne è ancora oggi il punto di partenza. (M.M.)
.1. Gli offerenti: i pellicciai
Un acquirente si è recato dal pellicciaio; si è sfilato i guanti per poter meglio apprezzare il soffice manufatto, ancora piegato, presentato dal mercante. E’ un prodotto di vaio o di ermellino. Un commesso cerca in un baule rosa, del quale si scorgono le bandelle di ferro battuto, altre pelli da mostrare al cliente, accompagnato da un’altra persona, probabilmente un valletto
2. Gli offerenti: i drappieri
La scena si svolge nella bottega di un drappiere. Il cliente, quello più a destra, con abito e mantello, ha il capo coperto da un cappello conico. Ascolta attentamente il mercante che declama ed argomenta la qualità delle sue stoffe, e al tempo stesso le valuta a sua volta con una regola che tiene tesa. E’ aiutato da un valletto intento a saggiare il reale valore di un guanto.
3. Gesù consegna un bordone a san Giacomo
Questa scena evoca il mandato missionario di san Giacomo. Secondo quanto affermato dalla Tradizione Giacomo ricevette dopo la Pentecoste il compito di evangelizzare la Spagna. Questa scena si svolge certamente sulle sponde rocciose del mare di Galizia: l’Apostolo è seduto su una roccia che emerge dall’acqua. Cristo si dirige verso di lui camminando sulle acque, benedicendolo, e gli impartisce l’ordine di dare inizio alla sua missione mediante la consegna del bordone.
4. San Giacomo predica in una sinagoga
Trascorsi sette anni in Spagna, Giacomo torna in Samaria. Giacomo aveva cominciato ad annunciare il Vangelo in Giudea e in Samaria. Prende la parola nelle sinagoghe e mostra all’uditorio come le profezie si siano compiute in Gesù Cristo. L’immagine è altamente simbolica. San Giacomo, vestita la tunica ed il mantello del Cristo della scena precedente, insegna seduto su un altare, elevando un calice. Mostrando il calice sembra voler spiegare che le profezie si sono realizzate in Gesù Cristo, il quale ha versato il Suo sangue sulla Croce, e dopo la Resurrezione, è sempre presente nell’Eucarestia.
5. Ermogene incarica Fileto di contraddire Gesù.
Le scene seguenti (dalla 5 alla 20) mostrano la conversione del mago Ermogene. Questi invia il suo discepolo Fileto perché si convinca dell’errore. Ermogene è seduto su di una sorta di trono, con le gambe incrociate in segno di autorità. Il mago, puntando il dito, ordina al suo giovane discepolo di andare a discutere con l’Apostolo, i cui discorsi lo indisponevano fortemente, e che stava oscurando i suoi talenti. Gli ordini vengono dettati da un diavoletto verde, posto nella parte superiore dello schienale del trono. Fileto stringe al petto un libro di magia.
6. Fileto incontra san Giacomo
Giacomo è seduto, in compagnia di un discepolo. Fileto è seduto di fronte a lui, mostrando il libro di magia come unico argomento. San Giacomo e il suo discepolo hanno la meglio sul mago, il quale decide di convertirsi.
7. Fileto torna dal suo maestro
Fileto, dopo aver discusso con l’Apostolo, e dopo aver visto i prodigi da Lui compiuti, torna da Ermogene e gli dice di essere pronto a diventare discepolo di Cristo. Giunto dinanzi a colui che fu suo maestro, Fileto enumera gli argomenti e i motivi che lo hanno convinto a diventare discepolo di Cristo, e gli mostra l’abaco. Ermogene, seduto sul trono, è sempre ispirato da un diavolo che gli bisbiglia nelle orecchie.
8. Ermogene compie un sortilegio a Fileto
Il mago, in virtù dei sortilegi, mise Fileto nell’impossibilità di compiere qualsiasi movimento, e gli disse: – Andiamo dal tuo san Giacomo, e vediamo se sarà capace di liberarti. -Ermogene, infuriato a causa della conversione di Fileto, aiutandosi con le formule magiche contenute nel suo libro di magia, compie un sortilegio su Fileto, lasciandolo a terra, paralizzato. Il piccolo diavolo, che gli consigliava il male, partecipa adesso all’azione malefica. Porta sull’osso sacro un’ala, simbolo degli angeli decaduti. Le sue gambe e le sue lunghe braccia incorniciano la testa di Fileto, a significare la sua totale sottomissione. Tuttavia, lo sforzo che il diavolo compie è notevole, e lo si vede dal volto, contornato da una grande orecchia, che è completamente rosso.
9. Un servo viene inviato da san Giacomo
Poi mandò un servo a riferire quanto accaduto all’apostolo Giacomo, il quale si premurò di fare avere a Fileto un lenzuolo (sudarium). Quando lo avrà ricevuto – disse al servo – che dica questa preghiera: Il Signore solleva quelli che sono caduti, il Signore scioglie quelli che sono legati. San Giacomo è seduto con il libro tra le mani. Alza il braccio per congedare il servo che è di fronti a lui e che reca tra le braccia il lino che san Giacomo gli ha consegnato.
10. Guarigione di Fileto
Al solo contatto col lenzuolo Fileto fu liberato. Come attratto dalla stoffa che ritrae un uomo con la barba Fileto si ridesta, con gran stupore di Ermogene e del suo servo. Il piccolo diavolo giallo che lo teneva a terra fugge, grattandosi la testa in segno di disperazione. San Giacomo lo aveva inesorabilmente sconfitto. Il lenzuolo dispiegato assomiglia alla tunica del santo che lo ha guarito, alludendo forse alla reliquia di Chartres?
11. Ermogene chiama i demoni in suo soccorso
Il mago aveva dato fondo a tutte le risorse della sua arte magica. Chiamò in suo aiuto i demoni, ai quali diede ordine di condurre da lui san Giacomo e Fileto. Ermogene è seduto sul trono e mostra il grande libro degli incantesimi aperto, e impartisce ordini a due dèmoni che sono vicini a lui; uno è verde con la testa rossa e l’altro è rosso con la testa verde. Ermogene li invia alla ricerca di Giacomo e Fileto.
12. I demoni davanti a san Giacomo
Giunti nel luogo in cui l’apostolo pregava, i dèmoni gli dissero: Giacomo, apostolo di Dio, abbi pietà di noi; Ermogene ci ha mandato per portarti da lui insieme a Fileto, ma l’angelo del Signore ci ha legato con delle catene arroventate e noi soffriamo crudelmente. Giacomo è seduto, sempre con il libro in mano. I due dèmoni sono vicini a lui, uno accanto all’altro, con delle lingue di fuoco che escono dalle loro teste. Il dolore li ha resi cadaverici e i loro volti sono contorti dalle smorfie.Supplicano san Giacomo di attenuare le loro sofferenze. Che l’angelo del Signore vi conceda una tregua, disse Giacomo. Tornate da dove siete venuti. Legate Ermogene e conducetemelo qui.
13. I dèmoni conducono Ermogene
I dèmoni fecero quanto venne loro ordinato: catturarono Ermogene, gli legarono le mani sulla schiena, e lo condussero da san Giacomo. I dèmoni, passati al servizio di san Giacomo, si sono impadroniti di Ermogene. Uno di loro tira violentemente la corda che lega le mani del mago dietro la schiena. La curiosa posizione del corpo e della testa hanno come scopo quello di mettere in evidenza le mani legate. I dèmoni, muniti di bastoni, hanno il volto quasi sorridente e hanno ritrovato una certa serenità.
14. Ermogene è al cospetto di san Giacomo
Il mago è strettamente tenuto dai due dèmoni. Uno ha fissato la corda che lega le mani di Ermogene intorno ai suoi pugni. L’altro lo afferra per le spalle. Entrambi riconoscono l’autorità di san Giacomo, ed uno di loro è perfino inginocchiato.
15. Conversione di Ermogene
Giacomo, seguendo l’insegnamento di Gesù, rende il male col bene. Ordina ai dèmoni di slegare Ermogene al quale dice: – Vai liberamente dove vuoi; noi non abbiamo come principio quello di costringere a credere chiunque, contro la sua volontà. Ermogene non è più sotto le grinfie dei dèmoni, che sono scomparsi. E’ seduto di fronte a san Giacomo e discute serenamente con lui. Giacomo gli spiega le Scritture ed Ermogene si converte. Fileto sembra molto perplesso osservando la loro amabilità.
16. Ermogene si appresta a gettare al fuoco il suo libro di incantesimi
Fileto aiuta il suo maestro a raccogliere tutti i libri di magia, mentre Ermogene ne getta due in un braciere. Giacomo, con un dito alzato al cielo, sembra ispirato da una voce divina. Lo dissuade dal bruciarli e gli chiede di gettare i suoi libri in mare. In effetti, bruciando, i libri di sortilegi potrebbero sviluppare un fumo nocivo, intriso di magia, col rischio di contaminare altre persone. 17. Ermogene getta i suoi libri in mare
Per timore che questa azione potesse procurare dei danni, Giacomo gli ordina di gettare i suoi libri in mare. Ermogene è salito su una barca e svuota il sacco contenente i libri di magia. Guarda verso riva, sulla quale sono rimasti Fileto e san Giacomo. Questi stringe su di sè il libro della vera Fede e ordina chiaramente a Ermogene di gettare i suoi libri di magia in mare. Un’altura rossa, dalla quale si erge un albero, rosso anch’esso, separa i protagonisti. Un’ultima menzione al fuoco della stregoneria?
18. Ermogene ai piedi di san Giacomo
Fatto ciò, Ermogene si precipitò ai suoi piedi. – Ho bruciato – dice – tutti i miei libri empi e ho rinunciato a tutti gli artifici del diavolo. Ermogene e Fileto si sono convertiti e riconoscono apertamente la verità degli insegnamenti di san Giacomo. Inginocchiati, sembrano implorare il suo perdono e ringraziarlo di aver risposto all’odio con l’amore. San Giacomo, la cui rappresentazione è imponente rispetto a quella dei due nuovi discepoli, li benedice e li assolve con l’altra mano.
19. Ermogene spezza un idolo
Spezza l’idolo del quale ti sei servito per praticare l’arte della divinazione e offri in elemosina il denaro che ti ha fruttato quest’arte maledetta. Ermogene ubbidisce e diventa un servitore di Dio. Accompagnato da san Giacomo, che intende verificare la veridicità del pentimento del mago, Ermogene si accosta a un idolo d’oro posto su una colonna, e reca in entrambe le mani una coppa per raccogliere le offerte. Ermogene si è munito di un’ascia e si appresta a distruggere l’idolo.
20. Ermogene annuncia la propria conversione ai suoi adepti
L’Apostolo gli ha detto: Vai a trovare coloro i quali hai indotto in errore e dì loro che non credi più a ciò che hai insegnato fino ad oggi. Davanti a un gruppo di persone molto diverse tra di loro, Ermogene alza il dito al cielo per meglio confessare la sua nuova fede. Un ebreo, col capo velato, si volta verso gli altri, muovendo le dita allo stesso modo, come per trasmettere agli altri la nuova fede di Ermogene.
21. San Giacomo viene imprigionato
La passione di san Giacomo si ispira al racconto degli Atti degli Apostoli (12, 1-2), ed è ricordata negli antichi testi liturgici. Irritati dalle conversioni che produceva la predicazione di san Giacomo, gli Ebrei comprarono, a fior di denaro, i centurioni che erano alla testa della guarnigione di Gerusalemme, i quali gettarono san Giacomo in prigione. Un soldato, armato di bastone, spinge l’Apostolo per farlo entrare, attraverso una porta rossa, nella prigione, rappresentata come di consueto da un edificio a forma di torre. L’ebreo che ha chiesto l’arresto di san Giacomo è dietro la guardia. San Giacomo curva la schiena sotto il peso di questa pena.
22. San Giacomo predica dalla prigione
Il racconto prosegue così: Poco tempo dopo, venne fatto uscire, in conformità con la legge, perché potesse rendere conto della sua condotta. Giacomo pronunciò allora, alla presenza dei suoi accusatori, un lungo discorso – imitato da quello di santo Stefano – per darne spiegazione e provare la divinità di Cristo. Il vetraio si è concesso qualche libertà rispetto al testo. E’ in effetti dall’interno di una torre merlata che appare il busto di san Giacomo per pronunciare il suo discorso. Sono venute due persone ad ascoltarlo. Uno ha un copricapo ebraico e l’altro, con un velo rosa su una tunica verde, sembra essere colui che ha fatto gettare san Giacomo in prigione nella scena precedente. Forse è pentito e pronto alla conversione…
23. Comparizione davanti ad Erode
Dal momento che la predicazione di san Giacomo stava dando origine a molte nuove conversioni, Abiathar, il gran sacerdote del Tempio quell’anno, sollevò il popolo contro di lui. Così gli Ebrei, guidati dallo scriba Giosia, operarono al fine di farlo arrestare. L’Apostolo fu condotto, con la corda al collo, al pretorio di Erode, figlio di Archelao, il quale diede ordine di decapitarlo. Erode, con la corona sul capo, è seduto sul trono; con il dito levato ordina di decapitare l’Apostolo, che è in piedi davanti a lui, con la corda al collo. Una guardia, senza dubbio Giosia, tira la corda. Dietro di lui vi è un’altra figura, probabilmente il gran sacerdote Abiathar.
24. Incontro con un paralitico
Mentre veniva condotto al patibolo incontrò un paralitico. Questi lo supplicò rivolgendogli queste parole: san Giacomo, apostolo di Cristo, liberami da tutte le sofferenze dalle quali le mie membra sono torturate. San Giacomo è scortato da due guardie: una ha un bastone e l’altra, senza dubbio Giosia, tira la corda che gli cinge il collo, per portarlo al patibolo. Il gran sacerdote segue in fondo. San Giacomo si volta e benedice un paralitico, vestito a malapena, che lo interpella. Questi ha il corpo deformato, e giunge le mani per supplicare l’Apostolo. Due piccoli trespoli, dei quali si serve per muoversi, sono davanti a lui.
25. Guarigione di un paralitico
Nel nome di Gesù Cristo, per il quale vado incontro al supplizio – risponde san Giacomo – alzati e benedici il nome del Signore. Il malato si alzò immediatamente, e correndo benedisse il nome del Signore. San Giacomo benedice il malato, che si era inginocchiato davanti a lui, e lo invita ad alzarsi. Questi, in segno di riconoscenza, sembra offrirgli la sua stampella diventata inutile. La mano di Dio esce da una nuvola ricordando che è Dio colui che trasmette all’apostolo il potere di guarire. Le tre persone che lo conducevano al supplizio si sono fermate, colme di stupore e di ammirazione. Alla vista di questo miracolo il fariseo Giosia – colui che aveva passato la corda al collo di san Giacomo – viene anch’egli toccato dalla grazia.
26. Giosia, convertito, viene colpito da un boia
Giacomo, vedendo che il cuore di Giosia era stato visitato dal Signore, gli disse: Credi tu che il Signore Gesù Cristo, crocifisso dagli Ebrei, è il figlio di Dio? Lo credo, rispose Giosia. Abathiar lo fece allora colpire al volto e mandò a sollecitare da Erode l’ordine di decapitarlo. Giosia si è convertito dopo aver visto il prodigio operato dall’apostolo, e lo ha dichiarato pubblicamente. Alla presenza del gran sacerdote magnificamente vestito e di altri uomini col capo velato, viene colpito violentemente dal boia che lo tira per i capelli, costringendolo a voltare la testa verso di lui. Il suo volto è diventato rosso, ricoperto di sangue.
27. San Giacomo e Goisia vengono condotti al patibolo
Giacomo e Giosia sono adesso legati entrambi dalla stessa corda tirata da una guardia armata di bastone. Il boia chiude il corteo, con la spada appoggiata sulla spalla. 28. Giosia viene decapitato
Seduto, le gambe incrociate in segno di autorità, Erode ordina il supplizio di Giosia alzando un dito. Ha una spada a mo’ di scettro. Il neo convertito ha gli occhi bendati; è chinato in avanti, accettando il martirio, ed è pronto a ricevere il colpo fatale. Il boia brandisce la sua spada. La mano di Dio esce da una nuvola e gli pone la corona del martirio. 29. Decapitazione di san Giacomo
San Giacomo, con gli occhi bendati, è in ginocchio, con le mani giunte nell’ultima preghiera. Il boia alza la spada e gli assesta il colpo di grazia. La mano di Dio benedice il martire. San Giacomo è il primo tra gli apostoli ad offrire la propria vita nel martirio. Era l’anno 43, a Gerusalemme, sotto Erode Agrippa. Giacomo era uomo impulsivo, appassionato e veemente. E’ senza dubbio per questo motivo che Erode lo fece mettere a morte in fretta a mo’ di esempio, per rassicurare gli ebrei e per spaventare i primi cristiani. 30. Cristo benedicente
Il Cristo è seduto su di una nuvola, appoggiata sull’arco di un ponte, tra due candelabri a tre braccia. Nella mano sinistra regge il globo, e con la mano destra alzata benedice i due martiri.