Il Coronavirus colpirà anche il Cammino di Santiago?

di Anton Pombo  

Agli storici non piace cimentarsi in esercizi di fantascienza, in particolar modo quando dal mondo scientifico giungono scarse informazioni, data la novità di questa patologia proveniente dalla Cina, tali da non consentire grandi congetture. Pertanto, una risposta rigorosa alla domanda posta nel titolo al momento non è possibile, ma possiamo parlare dei danni collaterali già in atto provocati dal virus, e della necessità della prevenzione, che al momento non è stata ancora messa in atto sul Cammino.

Se volgiamo lo sguardo al passato scopriamo che le grandi epidemie, definite oggi, forse rendere più impalpabile il fenomeno, emergenze sanitarie globali, hanno gravemente colpito il pellegrinaggio. Un caso ben noto è quello della peste nera, che sbarcò in Europa anche allora dalla Cina.

L’arrivo della morte nera, come veniva chiamata la peste bubbonica, in Spagna e Galizia è stata oggetto di studi approfonditi. Vi giunse  attraverso le rotte commerciali e, più rapidamente e direttamente, attraverso i porti. Si è constatato che nel 1348 era già arrivata a Bayonne e a La Coruña, nel secondo caso attraverso una nave proveniente da Bordeaux.

A luglio, che è il mese di Santiago, nel 1348, la pestilenza aveva già fatto strage a Compostela, secondo la cronaca di re Alfonso XI. Questa rapidità è  stata investigata in un recente studio, pubblicato su Scientific Reports (2017) da due ricercatori del CSIC (Consiglio superiore delle ricerche scientifiche spagnolo). L’ipotesi da loro formulata è che la pandemia non sia arrivata in Galizia via mare, o almeno solo via mare, ma attraverso il Cammino di Santiago, via terra.

La peste si concluse, nel XIV secolo, dopo aver quasi dimezzato la metà della popolazione europea, e se da un lato ha contribuito a dar vita a nuove forme di pietà, è evidente che il suo impatto fu devastante per gli spostamenti: molte città erano chiuse mentre il morbo flagellava la Spagna, facendo calare significativamente, naturalmente, il numero dei pellegrini negli anni successivi. I focolai della peste non si sono spenti nemmeno nell’età moderna, anche se un leggero progresso nelle misure di profilassi ne ha attenuato l’effetto rispetto all’età medioevale.

In epoca contemporanea fu altrettanto devastante, con un forte impatto sul flusso dei pellegrini, il morbo del colera, anch’esso proveniente dall’Asia, con episodi ricorrenti nel corso del XIX secolo; nella sola Spagna uccise 800.000 persone. Ancora una volta la Galizia, questa volta attraverso il porto di Vigo, divenne una via di accesso per la sua penetrazione in Spagna (1833). Furono subito apprestati cordoni sanitari per le navi e per le persone colpite, proprio come accaduto a Yokohama (Giappone) con la nave da crociera Diamond Princess, ancorata nella sua baia, ma in quel caso, come avviene ora, con scarsi risultati fino a quando l’italiano Filippo Pacini riuscì ad isolare il bacillo; fu poi un ricercatore catalano, Jaume Ferrán i Cluá, sulla scia degli studi di Pasteur e di Koch, a sviluppare il primo vaccino nel 1884.

Ovviamente non è stata nostra intenzione allarmarvi, perché è evidente che i tempi sono cambiati e che la scienza si è evoluta notevolmente dal diciannovesimo secolo, per non dire dal quattordicesimo secolo, ma non vi è dubbio che il turismo in generale – è sufficiente vedere le quotazioni dei prezzi delle azioni delle società del settore – soffrirà molto nel 2020.

Risultato immagini per daeguAl di là dell’evoluzione di questa moderna piaga del coronavirus, non sapendo ancora se si tratterà di un problema sanitario stagionale come l’influenza, o di un fenomeno più prolungato nel tempo, la paura si è fatta strada molto rapidamente. È logico che ciò accada in Asia, dove le misure di isolamento radicale, applicate a milioni di abitanti in Cina, sono state adottate anche in Corea del Sud, dove è stata messa in quarantena la città di Daegu, di 2,5 milioni di abitanti. E ciò che sembrava molto distante è diventato una grave minaccia con le prime infezioni registrate nel Nord Italia (nelle regioni della Lombardia, del Veneto e del Piemonte). Nonostante i progressi scientifici e tecnologici, non vi è oggi altra scelta che ricorrere al vecchio sistema di quarantena e di isolamento e al confinamento nei lazzaretti, ora di dimensioni giganti.

Non è necessario praticare alcun metodo di divinazione per capire che il numero dei pellegrini jacopei provenienti dall’Asia diminuirà significativamente quest’anno, sia per quanto riguarda i coreani, che nel 2019 rappresentavano il 2,37% del totale (7° Paese per provenienza), sia per i cinesi, paese emergente, che ha conseguito insieme  ai continentali di Hong Kong e di Taiwan la percentuale dello 0,82%. La psicosi collettiva ha anche raggiunto il Giappone, un altro 0,42% del paniere, e altri paesi asiatici e del Pacifico come le Filippine e l’Australia. Ma per tornare all’Italia, ovvero lo zoccolo duro dal quale proviene il maggior numero di pellegrini, esclusa la Spagna, è possibile che anche qui il flusso cominci a calare e che i romanzi di Thomas Mann o Albert Camus tornino di attualità.

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Nascondere o sottovalutare il problema per evitare mali maggiori può essere controproducente, come è avvenuto in Spagna con i casi della colza, del Prestige o, quello più recente dell discarica di Zaldibar. Il Giappone sta facendo qualcosa di simile per evitare l’allarme sociale, affinché, naturalmente, i Giochi olimpici non vengano messi sotto naftalina, come avvenuto per il Mobile World Congress di Barcellona o per la settimana della moda di Milano. Certamente, anche la deriva apocalittica è estremamente pericolosa, con la diffusione di bufale alimentate attraverso i social network il cui esito è la stigmatizzazione degli asiatici, la moltiplicazione del prezzo delle maschere e lo svuotamento degli scaffali dei supermercati. In queste circostanze la paura può sfociare nel panico, e questo in violenza.

Nel caso in cui la virulenza e l’espansione del coronavirus non diminuiscano presto, la debacle sarà planetaria e non riguarderà solo il Camino de Santiago, dal momento che il turismo e il commercio subiranno una grave battuta d’arresto, e di conseguenza tutta l’economia globale. La gente rimanderà i viaggi di piacere a causa della paura delle grandi concentrazioni di persone, degli aeroporti, degli aerei, dell’aumento del rischio di contagio… Anche se il virus non dovesse raggiungere la penisola iberica, accadrà quanto è avvenuto nell’ultima crisi economica: gli spagnoli rinunceranno ad andare all’estero ed avranno nel Cammino una buona alternativa per viaggiare nel loro paese.

Il Camino de Santiago è pronto per affrontare la peste moderna? Temiamo che no, e numerose attività commerciali, città e provincie conosceranno una desolazione mai vista prima. Sono state adottate misure preventive? A tal proposito abbiamo fatto una rapida indagine e solo un’Associazione di amici del Cammino, di una via portoghese fino ad oggi percorsa in gran parte da coreani, ha richiesto lo sviluppo di un protocollo per evitare il contagio, pensando però solo ai pellegrini asiatici, come se il il virus facesse distinzione tra le razze. È evidente che se non si dovesse affrontare seriamente il problema, il Camino de Santiago potrebbe tornare ad essere nuovamente un canale di trasmissione altamente pericoloso, e la sua immagine potrebbe venirne danneggiata per lungo tempo. È pertanto necessario che fin da oggi, sia i funzionari del turismo che quelli sanitari, effettuino un’analisi del rischio e sviluppino un metodo per l’individuazione e il controllo dell’epidemia applicabile al Cammino.

Risultato immagini per san roque santiago de compostelaSenza cadere nell’allarmismo o nel disfattismo, facciamo affidamento sulla scienza e cerchiamo di assumere un atteggiamento positivo nella speranza che tutto ciò che accade ora non sia altro che una breve angoscia invernale e che in primavera, come è successo con l’influenza aviaria (2009- 2010), tutto sarà risolto e quanto sta accadendo in questi giorni sarà solo un triste ricordo. Speriamo che ciò accada per l’intercessione di San Rocco di Montpellier, il nostro santo pellegrino, avvocato contro la peste.

 

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