I miracoli dell’Apostolo: Codex Calixtinus (6,19)

MIRACOLO DI SAN GIACOMO ESPOSTO DA PAPA CALLISTO

IL POTTEVINO AL QUALE L’APOSTOLO HA DATO UN ANGELO, COME AIUTO, NELLE SEMBIANZE DI UN ASINO

Mentre correva l’anno millecento dopo l’Incarnazione di Nostro Signore, nel principato del conte Guglielmo di Poitiers, sotto il regno di Luigi, re dei Franchi, una peste mortifera infierì sulla città di Poitiers seminando grandolore, al punto che molto spesso veniva data sepoltura al padre insieme a tutta la sua famiglia. In questo contesto un cavaliere, spaventato da tanta mortalità e determinato a porre fine ad un tale flagello, prese la decisione di recarsi in pellegrinaggio a Santiago, attraversando le terre di Spagna. Con sua moglie e i suo due bambini montò sulla sua giumenta e giunse nella città di Pamplona. Ma qui morì sua moglie, e il suo iniquo ospitaliere gli sottrasse tutti i beni che il cavaliere e sua moglie avevano portato in viaggio. Afflitto per la morte della moglie e spogliato dei suoi denari e della giumenta sulla quale viaggiavano i suoi figliolini, prese questi per mano e proseguì con molta pena per la sua strada. E mentre camminava sprofondato nell’angoscia e nella preoccupazione, lungo il cammino incontrò un uomo di nobile aspetto che portava con sé un asino molto forte. Quest’uomo, ascoltate quante e quali avversità gli erano accadute nella sua disgrazia, mosso a compassione gli disse: dal momento che hai dovuto sopportare tante e tali angosce, ti presto questo mio asino che è particolarmente adatto a portare i tuoi figli a  Compostela, dove io vivo, e dove me lo restituirai.

Il pellegrino accettò l’asino, vi fece montare i suoi figliolini, e giunse quindi fino alla tomba del beato Giacomo. E mentre pregava devotamente in un angolo recondito della venerabile basilica durante la notte, il gloriosissimo Apostolo, indossando una veste lucentissima, gli si rivolse con molta semplicità: davvero non mi riconosci, fratello mio? In alcun modo, signore, gli rispose:
Io sono, gli dice, quell’apostolo di Cristo, che nelle terre di Pamplona, quando eri preda di forti angosce, ti diede in prestito l’asino. Ora te lo presto di nuovo fino a quando non sarai tornato a casa tua, e ti annuncio che il tuo malvagio ospitaliere di Pamplona, per averti ingiustamente depredato dei tuoi beni, cadrà mortalmente dalla sua sedia, così come ti rendo noto che tutti gli ospitalieri che alloggiano pellegrini sul mio cammino, e che ingiustamente si appropriano dei beni dei loro ospiti, vivi o morti, i quali vanno devoluti alla Chiesa e ai bisognosi in suffragio delle anime dei defunti, saranno dannati per sempre. Chinatosi prontamente il pellegrino per abbracciare i piedi di colui che gli aveva parlato, il reverendissimo Apostolo scomparve alla vista dei suoi occhi umani.

Il pellegrino, poi, pieno di gioia per la visione dell’Apostolo e per la grande consolazione ricevuta, alle prime luci dell’alba, partì con l’asino e con i suoi figlioli dalla città compostelana, e raggiunse Pamplona,  dove venne a sapere che il suo ospitaliere si era rotto il collo nella sua casa, cadendo dalla sedia, ed era morto, come l’Apostolo gli aveva predetto. E quando giunse contento nella sua patria, fatti scendere i bambini dall’asino davanti all’uscio di casa, l’animale scomparve ai loro occhi.
Molte persone che avevano ascoltato questo racconto, furono prese da ammirazione più di quanto si possa dire dicendo che era un vero asino o un angelo nelle sembianze di un asino, che il Signore invia molto spesso a coloro che lo temono, per dare loro aiuto. Questo è stato fatto dal Signore, ed è mirabile ai nostri occhi.
Così, quindi, questo miracolo ci mostra chiaramente che tutti gli ospitalieri subdoli sono condannati alla morte eterna per essersi impossessati ingiustamente dei beni dei loro ospiti,  vivi o morti, invece di darli in elemosina alle parrocchie e ai poveri di Cristo, in suffragio delle anime dei morti. Da ogni colpa e dalla dannazione eterna, per i meriti del  beato Apostolo Giacomo, si degni di liberare interamente tutti i credenti il  Signore nostro Gesù Cristo, che con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

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