di Manuel Mandianes
Le onde del mare della vita aprono il vulcano e inceneriscono tutto quello che vi è in esso e, quando pensavamo finalmente di poter dormire in pace nella culla costruita sulle pietre della nostra patria, abbiamo trovato solo gli scheletri delle vecchie chiese che pensavamo fossero immortali, i marmi dei caffè dove giocavamo a nascondino da bambini, le strade senz’anima di Loureses1 e le ceneri dei nostri morti nel camposanto di Aguis. Il paesaggio si muove ma non ha mani né volto, o è tutto volto ed è terribile e opprimente per la sua immensità, e non sa nulla delle genealogie né delle storie di vita, mentre le foreste crescono verso un futuro che non conosciamo. Ma dopo aver contemplato la valle di Fontercada dal Cebreiro durante una nevicata, e dopo aver incontrato i pochissimi pellegrini che appaiono lungo il cammino, scaldandoci al fuoco schioppettante della casa, ci chiedevamo: perché pomeriggi come questi non sono eterni?
(1) Frazione di Aguìs, villaggio della provincia di Ourense in cui è nato l’autore